PROGETTO SPERIMENTALE DI VITA PRIMITIVA
La memoria di un filo
Primo premio "Città di Rovereto" Trentesima Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto (TN)
Ottobre 2019
Il progetto di archeologia sperimentale “La memoria di un filo”, nasce dalla passione e dalla curiosità atavica di ripercorrere un percorso imitativo e sperimentale di vita primitiva, coscienti che lo studio e la sperimentazione diretta delle tecnologie, sono la chiave indispensabile per comprendere la cultura di un popolo in un determinato periodo del nostro passato. Questo progetto ha come obbiettivo principale la realizzazione di un capo d’abbigliamento, ottenuto attraverso tutti i vari passaggi che iniziano dalla semina di una pianta. La fibra utilizzata, è una fibra vegetale ricavata dai gambi della pianta del lino. Tutto il lavoro che si svolgerà per ottenere il prodotto finale, sarà eseguito senza l’uso di apparecchiature elettriche o meccaniche e con pochissimi strumenti da utilizzare. Le vere artefici di questo progetto saranno le nostre mani, che dovranno misurarsi in un immaginario confronto con le mani degli uomini e delle donne della preistoria, consapevoli che un paragone di questo genere difficilmente potremmo vincere. Nella vita primitiva, le mani erano veri e propri strumenti, principali ed eccezionali esecutori per ogni necessità. La nostra è per certi versi una manualità persa, e questo progetto ci aiuta anche a comprendere quali sono i nostri limiti oggi, cercando di rimuovere e riportare alla luce tutto quello che abbiamo perso soprattutto negli ultimi decenni. Tutti i materiali che verranno usati, dovranno provenire solamente dalla natura, e poi lavorati e trasformati in base alle necessità. Nel percorso del progetto, che vedrà fra l’altro la costruzione di un telaio verticale a pesi, e di un telaio a cinghia per la tessitura, fusi, ed altri attrezzi per lavorare le fibre, compresi oggetti in argilla, come pesi da telaio e fusaiole, entreremo anche in altre tematiche legate alla vita primitiva, come l’accensione del fuoco, la lavorazione dell’argilla per produrre ceramica, realizzazione di cordame e la tintura naturale delle fibre. Un progetto quindi ad ampio raggio, che non pone limiti alla sperimentazione. “La memoria di un filo”, è arrivata fino a noi, un filo che ci unisce e ci lega al nostro passato, un legame che non si vede, non si sente, ma c’è. Si tratta solo di riappropriaci di questa conoscenza, insieme a tutto quel mondo di cultura primitiva che gli è indissolubilmente incollata. Riteniamo opportuno attivare questo progetto, come modello di sperimentazione ed esperienza, che avrà sicuramente molti risvolti didattici e di conoscenza, ottenuti tramite un apprendimento basato sull’operatività reale. Il progetto vuole anche “vivere” di un valore aggiunto: riportare la nostra memoria sui gravi abusi che l’uomo sta portando all’ambiente e di conseguenza alla biodiversità. Dalla bellissima Enciclica sulla cura della casa comune “Laudato si” di Papa Francesco, estrapoliamo questo passaggio: “Se teniamo conto del fatto che anche l’essere umano è una creatura di questo mondo, che ha diritto a vivere e ad essere felice, e inoltre ha una speciale dignità, non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone. Oggi riscontriamo, per esempio, la smisurata e disordinata crescita di molte città che sono diventate invivibili dal punto di vista della salute, non solo per l’inquinamento originato dalle emissioni tossiche, ma anche per il caos urbano, i problemi di trasporto e inquinamento visivo ed acustico. Molte città sono grandi strutture inefficienti che consumano in eccesso acqua ed energia. Ci sono quartieri che, sebbene siano stati costruiti di recente, sono congestionati e disordinati, senza spazi verdi sufficienti. Non si addice ad abitanti di questo pianeta vivere sempre più sommersi da cemento, asfalto, vetro e metalli, privati dal contatto fisico con la natura”. Siamo concordi quindi, che l’innata capacità di adattarsi continuamente all’ambiente, non può proseguire nella logica che domina erroneamente da molti anni la nostra vita, bisogna cambiare rapidamente il nostro cammino. A causa dell’inquinamento, stiamo modificando il clima e l’ambiente, mettendo sotto stress interi ecosistemi. La perdita di biodiversità a causa dell’estinzione di molte specie, crea notevoli ripercussioni negative sul nostro pianeta. Il progetto “La memoria di un filo”, vuole far riflettere anche su questo tema, e portare questa sostenibilità.